Non tutte, ma l'intolleranza al lattosio riguarda molte persone

23.12.2021

Il latte è la base della colazione della maggior parte degli italiani e, più in generale, i popoli europei sono fra i maggiori consumatori di questa bevanda, soprattutto quella di origine vaccina. Nonostante si tratti di un alimento diffuso praticamente in tutto il mondo, la nota intolleranza al lattosio, ovvero uno zucchero prodotto dalla ghiandola mammaria dei mammiferi e contenuto quindi nel latte e nei suoi derivati, ha un'alta prevalenza su scala mondiale. Tra il 57 e il 65%, a giudicare dai dati più recenti. 

Da cosa dipende l'intolleranza al lattosio? Dalla riduzione o dalla perdita di attività di un enzima intestinale chiamato lattasi, responsabile della digestione di questo zucchero. Quest'alterazione determina quindi un aumento del carico osmotico nell'intestino tenue e della fermentazione del lattosio ad opera della flora batterica intestinale, con conseguente produzione di acidi grassi e gas. I sintomi evidenti di questo processo sono il dolore addominale, la flatulenza e la diarrea. 

In un recente lavoro pubblicato da un gruppo di ricercatori italiani è stato inoltre chiarito come a questi fastidiosi effetti si possa purtroppo accompagnare anche un aumento del rischio di sviluppare patologie extra-intestinali, anche tumorali. Gli autori di questa interessante ed esaustiva review della letteratura scientifica hanno focalizzato la loro attenzione sull'importanza della diagnosi, la quale può essere effettuata attraverso differenti approcci. Il più utilizzato è senza dubbio il cosiddetto breath test, in quanto di facile esecuzione, non invasivo, economico, sensibile e specifico. Come indicato anche dall'Associazione Italiana Latto-Intolleranti, il breath test "misura la quantità di idrogeno nell'espirato del paziente, misura indiretta per valutare la capacità di digestione del lattosio sulla base della presenza o meno dell'enzima lattasi". 

La principale scelta comportamentale da seguire nel caso si risultasse intolleranti è quella di modificare le proprie abitudini alimentari, evitando quindi di consumare gli alimenti contenenti questo zucchero, e preferendo quelli privi ma con caratteristiche nutrizionali paragonabili. Oltre a questo, esiste anche la possibilità di utilizzare integratori alimentari che apportano l'enzima digestivo del lattosio, al fine di favorirne la digestione nel caso si assumano alimenti che lo contengono.


Riferimento bibliografico:

Catanzaro R, Sciuto M, Marotta F, 2021. Lactose intolerance: an update on its pathogenesis, diagnosis, and treatment. Nutrition Research 89:23-34.


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